della tenerezza

La Polpetta è sdraiata sul nostro letto, con la testa sul mio cuscino e ciuccia nel vuoto sognando le titte della mamma, o chissà cos’altro.
E’ dolce come il miele, dolce come un esserino indifeso che ti ama incondizionatamente e pende dalle tue labbra. La tua disapprovazione è per lei qualcosa di gravissimo a cui rimediare, la tua assenza la deprime, il tuo sonno è il suo.
Non ricordo come facessi quando non c’era, come dormissi da sola senza il suo pelo morbido affianco, come fosse svegliarmi in una stanza vuota o rientrare in una casa silenziosa senza una palla di ciccia che si schianta contro una sedia per correre a salutarti. Tutti dovrebbero avere un cane, quando già non lo sanno capirebbero cos’è l’amore.

E’ una notte calma e sarei voluta uscire. Non so perchè non l’ho fatto, forse per via della doccia soporifera con sapone di marsiglia alla rosa (quello che ho comprato con la silvietta l’altro giorno in Fiera) e il pigiamino pulito che mi sono infilata troppo presto.
Tutta la giornata è stata in realtà lenta e tranquilla, oggi pomeriggio ad esempio ho dormito molto e alle cinque ho preso il motorino e sono finita da Feltrinelli senza accorgermene. Era praticamente l’unico negozio aperto del centro, per le strade non passava quasi nessuno e Bologna era bellissima. Mi sono pentita di non aver portato con me la macchina fotografica.
Ho comprato un matitone di legno color rosa pastello, bello e inutile, e un segnalibro con sopra la frase di un libro che avevo amato molto e che poi per come va la vita cominciai a credere falso. Ma ad essere falso non era il libro, che anzi meritava tutto il mio amore.

Ora vado a nanna e domattina studio, lo prometto.

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