Monthly Archives: October 2003

Commemorazione della morte di Fellini.In televisione si alternano amanti presunte o certificate di Federico: ognuna viene a reclamare il suo diritto all’amore del grande regista. Nessuna di esse, a sentirle, e’ stata solo un’amante…no…egli le ha amate alla follia, e tutte parlano di Giulietta Masina con stoico affetto. Tanto i cadaveri non parlano. Ora che ci faccio caso OGNI trasmissione ha la sua personalissima amante di Fellini, affascinante. Per quanto riguarda me invece sono incredibilmente sorpresa dalla vita.

Questa sera si puo’ dire che io sia piuttosto felice. C’e’ stato un attimo in cui ho sentito distintamente che tutto sarebbe andato per il meglio. Mi sono successe delle belle cose che voglio tenere tutte per me, per non rovinarle. Mi rende già felicissima l’idea di non essermi ingrigita come credevo. Voglio tornare a dipingere i miei brutti quadri eccetera.

Anche questo martedi’ sono riuscita a dimenticarmi che la lezione di sociologia consisteva nella proiezione di un film e mi son svegliata troppo tardi..sono una frana.

 Breve riassunto emozionale della settimana appena passata: sto bene. Piango molto, ma mi sento in un qualche modo liberata da brutti pensieri. A tratti sento come di esplodere, ma non sembra una brutta cosa, è come se già sapessi che non può accadere, come essere certidi stare a galla.  Ammetto di essere vittima di sensazioni alquanto confuse che nessuno capirà, ma sto bene. La sera mi addormento quasi sempre serena dopo aver letto qualche decina di pagine di Cent’anni di solitudine e faccio sogni confusi, in cui sono presenti personaggi reali, piccole angosce quotidiane, e tanti impavidi colonnelli Buendia.

A lezione conosco gente tutti i giorni, qualcuno mi offre il caffè e a qualcuno lo offro io, ci raccontiamo tante belle cose e poi magari non ci si vede più. Una di queste è una ragazza di cui non ricordo il nome, pero’ tanto gentile.

Sto studiando microeconomia e mi sebra di capirla, possibile? Lory e’ in frenesia da pony express ma sono tanto contenta per lui, che presto avrà la sua macchinina digitale conla quale potrà scattarmi la foto della mia vita, quella che uno dice “La voglio sulla tomba!”(e visto che che mi sogna morente bisogna sbrigarsi…hihi).

Paolino sta benino, mio cugino lo vedo triste anche se non lo dice, Fede e la Vero sono molto bellini, e io continuo a sognare il mio carlino da accarezzare la sera davanti alla tv.

Inizio la lettura del mio bel pacchetto di fotocopie rilegato in azzurro che contiene tutti i sacri principi della Microeconomia. Speriam bene di capirci qualcosa, il 30 ho (anzi…ABBIAMO) il primo parziale e non sarebbe affatto male passarlo subito, finché ci sono Sandro, Lory e Luis a darlo con me…

time is never time at all/
you can never ever leave without leaving a piece of youth/
and our lives are forever changed/
we will never be the same/
the more you change the less you feel/
believe, believe in me, believe/
that life can change, that you’re not stuck in vain/
we’re not the same, we’re different/
tonight
tonight, so bright
tonight/
and you know you’re never sure/
but you’re sure you could be right/
if you held yourself up to the light/
and the embers never fade in your city by the lake/
the place where you were born/
believe, believe in me, believe/
in the resolute urgency of now /
and if you believe there’s not a chance tonight /
tonight, so bright tonight /
we’ll crucify the insincere tonight /
we’ll make things right, we’ll feel it all tonight /
we’ll find a way to offer up the night tonight /
the indescribable moments of your life tonight /
the impossible is possible tonight /
believe in me as i believe in you, tonight /

(S.P.)

Di Cent’anni di solitudine mi piace l’autoritaria perseveranza di Ursula; la dolcezza senza tempo degli eventi che si susseguono animati da tutti i José, gli Arcadio e gli Aureliano della famiglia; la bellezza inquietante di Remedios; la parabola politica della guerra Liberale; la tristezza del vecchio José Arcadio legato per anni ad un albero dalla sua stessa famiglia, il dolore d’amore di Pietro Crespi, l’ingloriosa ma dignitosissima fine del Colonello Aureliano Buendìa………

Giornata bella, con il cielo limpidissimo. Sto leggendo Cent’anni di solitudine e mi sto meravigliando di come l’avevo mal sopportato la prima volta. E’ un libro incredibile!

Mi rigiro tra le mani un bigliettino con sopra appuntato un numero di cellulare che mi sono ritrovata nella tasca della giacca. E’ una cosa buffa, in fondo, che qualcuno (un buzzurro, un cretino, un artista, un maniaco, un principe azzurro?) abbia pensato di infilarcelo, magari durante la pausa della allucinante lezione di microeconomia. ahah..ovviamente non me ne faccio nulla, ma e’ simpatica la cosa in se’.

Serata alla Frasca. Allora: a sentirli, questi ometti, pare che siano tutti romanticissimi, innamorati dei sentimenti, feriti da donne cattive e insensibili, maltrattati da signorine senza pietà…mmmm..non so..Magari fosse cosi’! Cioe’, da un lato sarebbe rassicurante sapere che non sono tutti porci sguazzanti nel fango…mmmm…