Monthly Archives: July 2013

casa

Da quando tutti sono partiti per il Salento e sono rimasta sola a casa con la cagnetta, mi sembra che le giornate siano lunghissime e lente come forse lo erano solo le giornate d’estate di tipo quindici o venti anni fa, all’epoca del quaderno dei compiti da riconsegnare a settembre compilato in ogni sua parte. E intendo piacevolmente lunghe, come se mi permettessero di vivere di più, e meglio. Certo, per onestà dovrei dire che tu stai spessissimo qui con me, diciamo quasi sempre, e che quindi questa è più una specie di pre vacanza piuttosto che una vera solitudine casalinga, ma insomma, il succo è che abitare quasi da sola mi fa sentire felice.
Mi assaporo i tempi dilatati dei pomeriggi, faccio la spesa insieme ai vecchi del quartiere fermandomi un quarto d’ora a consultare le etichette, le scadenze, gli ingredienti. Porto fuori Polpetta quattro volte al giorno, non mi separo mai da lei, le cambio l’acqua ogni mattina, la portiamo con noi ovunque, e quando tu stai a dormire o a cenare qui mi pare di essere la regina di un castello, e la casa mi pare più grandissima e bella di sempre. Che scema, okay.
Inoltre fra due giorni ci aspetta l’Indonesia, l’emisfero sotto l’equatore, e io sento davvero uno brivido o qualcosa di simile.

pigrizie di luglio

Luglio, clima che sfiora la perfezione. Ho addosso un vestitino di ba&sh a cui praticamente voglio bene, annaffio i fiori del terrazzo due volte al giorno, e controllo dove si trova il passaporto almeno altrettante volte, ma forse anche di più. So bene che manca ancora quasi un mese alle vacanze, ma mi sembra di dover tenere sotto osservazione tutto quanto e per metà della giornata mi preoccupo solo del viaggio: “la guida? lo zaino è da cucire? il passaporto dove sta? devo ricordarmi l’antibiotico. l’antizanzare. l’antistaminico. il dissenten. Devo portarmi una felpa. Il passaporto?”
Una lagna, insomma, una lagna che per tutto luglio andrà aumentando esponenzialmente. Ma anche se sembra assurdo, questo è proprio il momento migliore, almeno per me. È il momento in cui si sognano cose, si immaginano treni, città, temperature. È il momento della progettazione, dell’attesa, della lettura di racconti altrui e articoli. Come quando ti siedi nel tuo ristorante preferito e pensando al tuo piatto del cuore già ti viene l’acquolina in bocca. Tipo così, sì.
Per il resto sono pigra come una salamandra, compro cibo freddo e pronto, non prendo appuntamenti, da brava metto da parte le energie per cose più interessanti. Il top del top del superlativo era starsene con te sui colli di sabato pomeriggio, all’ombra, piedi scalzi, cagnetta addormentata addosso, e i pensieri rivolti a posti veramente lontanissimi. Nient’altro.