Forse è questa specie di primavera fuori tempo a scombussolarmi, a rivoltarmi dentro umori e sentimenti, a farmi sentire un momento felice e un attimo dopo come dentro un lugubre pozzo, ma è davvero così: mi sento indefinibile, la metà di tutto come ha detto con precisione qualcuno.
Ascolto Ludovico Einaudi e mi vengono i brividi, poi mi sveglio al mattino un po’ agitata sentendo caldo, e con un gesto infastidito scalcio in fondo al letto il piumone pesante. Ma non fa freddo nè caldo.
Ho tirato fuori dagli scaffali alcuni libri che non consideravo da molto, ci ho soffiato sopra per togliere il velo di polvere, e con un po’ di emozione ho cercato le pagine che avevo sottolineato a matita millenni fa, quando ero solo una mozzarellina. Mi sono accorta di essere stata fortunata: fiduciosa e impreparata alla vita com’ero chiunque avrebbe potuto farmi a pezzi.
Ma tu, tenero cuore, amami ugualmente! Sii madre
Madre per un ingrato, Madre per un perfido;
sorella o amante, sii la dolcezza effimera
di un autunno glorioso o d’un sole al tramonto.
Baudelaire– I fiori del Male