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Agosto.

I cani – Sparire 

 A zonzo per l’Egeo abbiamo ripreso vita, ammutoliti sotto i suoi cieli stellati immensi, sott’acqua con i suoni ovattati dentro ad un mare turchese, con la mente sgombra, concentrata solo sulle piccole e immediate gioie e sui concreti godimenti del corpo: mangiare bene, dormire tanto, scaldare la pelle al sole fino a che non brucia, stringersi, essere ignoranti, piegarsi dal male che fanno i ciottoli sulle piante dei piedi, fare sogni lunghi.

E’ stata una prima metà d’anno faticosa e tristissima, perché Polpetta non stava bene e non camminava più. Non saprei trovare le parole per spiegare l’angoscia di vedere stare male un essere vivente che ami e che non può decidere per sé, quando non sai come fare e comunque fai sbagli.

Poi la pulce è stata operata, è andata bene, e moltissime cose sono tornate al loro posto. Non ho mai scritto, avrei voluto tante volte, ma a tratti è come se non fossi più capace o non ne avessi più la forza.

Sono solo stanca, probabilmente. Penso sempre più spesso all’idea di prendermi una pausa dal lavoro, di prendermi del tempo per non pensare.

Ho quasi trentadue anni, ho ancora i miei nonni, una cagnetta nella terza età, una mamma e un papà magari da portare in aereo per la prima volta. Vorrei passare più tempo con loro, non accumulare rimorsi. Passare più tempo con l’amore della mia vita, vedere altro mondo insieme, vedere insieme per la milionesima volta la strada dietro casa.