Monthly Archives: January 2010

Io adesso ci ho un letto graaande, talmente grande che la P. non sa come fare per occuparlo tutto
e renderlo scomodo. Un letto ad una piazza e mezzo, dove la mezza è per la cagnetta e l’altra è per noi due.
Il mio letto l’hai montato tu, in un battibaleno, e l’hai fatto bellissimo, molto più bello di com’era di suo.
Di tanto in tanto ti sei arrabbiato con il signor Ikea che fa i buchi un pò a casaccio, ma alla fine
ne è venuto fuori un capolavoro di letto comodissimo, enorme, con dietro la cartina del mondo.
Così, mentre ce ne stiamo sdraiati a pancia all’aria, guardando il soffitto azzurro, possiamo indicare
con i piedini il Madagascar, e progettare strambi viaggi pagati da Lapo Elkan.
Ma tu lo sapevi, eh, lo sapevi che nell’Oceano Indiano c’è un isola che si chiama Amsterdam?
E l’Isola dei Pinguini??

Pomeriggio inmerda.

Pomeriggio cinque, oggi:

Barbara D’Urso intervista tale Sandra Alvino, nata uomo e poi diventata donna, salita alla ribalta della cronaca per il matrimonio religioso celebrato tra lei e un uomo nato uomo, dichiarato non valido dalla Santa Sede.
La signora Sandra Alvino racconta la sua storia non facendo capire sostanzialmente un cazzo, intervallandola da strani accenni a detenzioni carcerarie, Berlusconi che è una brava persona, altre detenzioni carcerarie, Berlusconi vittima dei giornali. Pare difatti che la signora Sandra Alvino donna nata uomo, ce l’abbia in particolare con un giornale della sinistra, che l’ha definita trans e quindi le ha rovinato la vita, che lei, ora, non ha più nemmeno il coraggio di andare a trovare la nipote in calabria, come il povero Silvio Berlusconi (ancora!?). Espressioni solidali di Barbara D’Urso.
E io penso, ok, dai, non sei una trans, sei donna nata uomo…..va bene….ma non è il caso che ti offendi.

Poi però la trasmissione offre spunti migliori: Barbara D’Urso passa a intervistare con le sue note capacità giornalistiche, il secondo ospite, un bel donnone dai boccoli dorati e il trucco pesante che si chiama PINO, e fa il meccanico.
Non faccio il meccanico, lavoro nella mia officina, precisa Pino la biondona.
Soccia che permalosi sti uomini donna.
Comunque il dramma nasce quando viene presentata la compagna di Pino la biondona: che per l’appunto è donna anche lei. Pino quindi è una sorta di uomo LESBICA, cosa che mi fa fare grandi pensieri (tutti gli uomini sono lesbiche? Mah…).
La signora Sandra Alvino a questo punto non si tiene più, si mette a urlare che LORO (chi? gli uomini lesbici? i trans? i gay? ) sono la rovina del mondo, e che è una vergogna, e che è colpa loro se lei ha avuto una vita difficile
Quindi è colpa di Pino! Non del padre omofobo che l’ha messa nel carcere minorile a 12 anni per farla rinsavire. Lui l’ha perdonato, dice, d’altronde è cattolica credente.
Io dico: ma perchè la chiesa si è opposta al matrimonio di questa Sandra Alvino nata uomo??
La Sandra è ormai la perfetta incarnazione dello stereotipo della casalinga di Voghera razzista e chiesaiola. E’ una donna ignorante perfetta! Va beh.
Torniamo alla trasmissione: la signora Sandra, dice a Pino che le fa schifo, e per trovare manforte chiama in soccorso un altro ospite: gianluca buonanno sindaco leghista di varallo sesia, il quale risolve la cosa dicendo che a lui comunque piacciono le donne come Barbara D’Urso, e le famiglie normali con mamma e papà.
Applausi fragorosi dalla signora Sandra nata uomo che si sente evidentemente parte della tipica famiglia normale.

Ma qui il dialogo tocca il suo punto più alto. Interviene Vladimir Luxuria:

V.Luxuria: Guarda Buonanno che puoi stare tranquillo, nessuno mette in dubbio la tua mascolinità
Buonanno: Oh cos’è? Ti hanno infilato una presa su per il culo?
V. Luxuria: Dille alla tua famiglia certe cose! Schifoso!
Buonanno: eh… ma… sei tutto elettrico…elettrica…come vuoi tu…
Barbara D’Urso: Gianluca, sai quanto ti stimo…però sei stato poco carino con Vladimir, chiedi scusa…
Buonanno: "Va bene, ti chiedo scusa, però non mi devi interrompere, devi avere rispetto…"


Giuro.

gennaio

Che poi, proprio ad essere schietti, questo mondo non è fatto per una che taglia un peperone
e ci vede dentro un cuore, ma no, non voglio fare della filosofia da giornaletto femminile, e anzi,
voglio annotare le cose importanti di questo gennaio, e se qualcuno vuol ridere lo faccia.
Il fatto è che nonostante il freddo abbia congelato ogni singola cellula vivente del paesaggio,
la natura mi parla! I peperoni mi parlano, le noci mi parlano, persino il tetto qui di fronte mi parla.
Proprio come in quella canzone degli Smith che ascoltavo in repeate, in quei giorni di quel maggio là.
Quei giorni, che ancora adesso, a pensarci, viene da dire "ohhh…".
E sto vivendo con il raffreddore, e questa settimana farò un sacco di cose curiose,
tipo fare i tortellini per una cena di 8 persone, e andare all’Ikea a comprarmi il letto nuovo
ad unapiazzaemezzo.
Poi chiederò aiuto per montarlo al mio montatore di mobili di fiducia, che è anche cuoco,
e salvatore del mondo, e dottore.
E oggi è iniziata la dieta, anche se non so come questo si combini con la faccenda dei tortellini
e quella delle sfogliatine di mela.
E stanotte ho fatto dei sogni bellissimi, in cui abbracciavo mio nonno forte forte
come non faccio mai anche se vorrei.
E bisogna iniziare a progettare i vestiti per le feste anni ’70 e per quella del circo fin de siècle.
E fare la vacanza. Sempre. Battere i record.

paese di merda

Ieri sera, davanti al concerto deI deliziosi Hellsongs, pensavo che un paese in cui
la cultura giovanile ha dato vita alle canzoni di Povia e Laura Pausini, anzichè agli Shout Out Louds,
è per forza in decadenza.

E pensavo questo anche oggi, guardando Studio Aperto, mentre andava in onda un servizio
sul terremoto ad Haiti, e il giornalista si sprecava in compatimenti vari, salvo poi parlar male
dei neri di Rosarno, che non è che siano meno poveri o disperati, ma hanno la grave colpa
di starci in mezzo ai piedi.

E di nuovo ho pensato che questo è un paese fondamentalmente di merda,
quando l’altra sera mi sono trovata ad assistere ad una drammatica scena del Grande Fratello,
ove uno sconosciuto era stato messo in lista con altri sconosciuti per essere cacciato da una casa sconosciuta, e interpellato dalla conduttrice affermava con nonchalance:

"No, Alessia, non ho paura di uscire dalla casa…perchè come diceva Giovanni Falcone…"  -cuore fermo- "… il coraggioso muore una volta, il codardo cento volte al giorno".
Silenzio.

Hai di che meditare il giorno in cui, nella buchetta della posta, anzichè il vestitino inglese che stai aspettando, trovi la rivista del sindacato dei bancari e degli assicuratori.
E siccome medito non ho voglia di cucinare oggi, e Polpetta sta pranzando spazzolandosi un vasetto intero di ricotta che la mia coscienza ha generosamente catalogato come "cibo per cani sano".
Prima però, mi sono vestita per portarla al parchetto, e mentre mi infilavo le calzette mi sono accorta che erano proprio quelle che qualcuno mi ha rattoppato con amore prima della partenza per Copenhagen.
Al diavolo la rivista dei bancari-assicurativi, io ho altre cose a cui pensare, tzè.

Svegliata di soprassalto dal postino, sono stralunata.
Mii sta antipatica la mia camera, tutta in disordine, e vorrei comprare tutto nuovo.
Anzi, vorrei una intera camera nuova, possibilmente sopra Feltrinelli.
Sarebbe stata perfetta, in questa mattina grigetta e scocciosa, per camminare un pochino nelle stradine del centro.
Ho l’impressione che appese sulle porte della città ci sia un gigantesco cartello identico a quello di Christiania il 31 dicembre "Nothing is happening up here today".

il ca-ne fa push-push

Nevicava leggero, l’altra mattina, quando ci siamo svegliati e avevamo davanti
la bella gita a Humlebæk. E nevica anche adesso, mentre sono a casa ed è notte fonda,
a millecinquecento chilometri di distanza, e con 6-7 gradi centigradi in più.
Oggi ho dormicchiato tutto il pomeriggio e ancora non credo di aver recuperato tutto il sonno
perso in questa notte di aeroporti. Ma mangiucchiare una brioche alle cinque del mattino,
nello stesso posto di un anno e mezzo fa, è stato quasi commovente,
perchè da allora io ho il mio compagno di viaggio preferito.
Che malinconia il mio letto vuoto, la casa silenziosa senza i gridolini di Carsten
e le risatone dell’australiana, senza i mugolii del cane Kenzo immerso nei suoi sogni,
senza il disordine da viaggio, e quella strampalata luce azzurro viola della notte del nord.
E poi, se io avessi voglia di sentire canticchiare "Il cane fa push push"? Eh?
E tutte quelle altre strofe improvvisate in rima baciata che a cantarle ci facevano resistere
al freddo danese?? Chi me le canta?
Possibile che non si possa sempre stare a zonzo?
Mi è tanto piaciuto.

hygge

Domattina si torna, ma mica mi va.
Si sta cosi bene nella cameretta della guesthouse di carsten che non me ne andrei piu’.
E’ tanto bello svegliarsi a mezzanotte e mangiare frutta in cucina, lasciando le monetine nel vasetto; e uscire la mattina a fare colazione in un caffe’ assolutamente hygge con la cioccolata calda e la brioche…
Il duemilaedieci e’ iniziato tanto bene…