Monthly Archives: October 2006

dawson's creek

fichi
Due ore fa mi sono svegliata e ho deciso senza rimorsi di saltare il corso di spagnolo. Avevo ancora sonno e poi volevo vedere per bene le foto del week end che io sara e matteo abbiamo passato nella casa di Sara sul lago di Garda.
Sono stata felice e anche adesso guardo noi in posa con la macchina di Hazzard! e mi viene da ridere.
E anche se stanotte a differenza di quella passata ho dormito comoda, posso giurare che mi sono mancati loro, il caminetto scoppiettante, e i tormenti dell’eterno dormiveglia.
E’ stato tutto un insieme di cose belle: il viaggetto in macchina, la cena con l’adorabile famiglia di Sara, crepare di paura nella casa degli orrori, gironzolare a vuoto per Peschiera, fotografare il lago che sembra dowson’s creek, ascoltare quindici volte Maracaibo, morire di sonno, e perfino fermarsi in autogrill e mangiare salatini…

felicità varie e inquietudini

Ventidue ottobre duemilasei, compleanno del ricciolino nonchè domenica.
Ho tirato fuori dall’armadio la giacca lunga e in motorino mi si gelano le mani: dev’essere il segnale che il settembre prolungato è finito,  che è autunno e che devo mettermi a studiare.
Le cose vanno bene ma ho questa sensazione piuttosto marcata che il tempo stia passando troppo in fretta, che in un attimo mi girero’ indietro e sarà passato tutto il meglio, tutti se ne saranno andati.

Venerdi in facoltà si è laureato Zeno, io ho fatto le solite adorabili chiacchere mattutine con Sara e poi è arrivato anche Stefano che ormai si è stabilito a Siena.
D’altronde non siamo piu’ dei bambini, ognuno va per la sua strada, sceglie dove continuare la sua vita, e io mi imbroncio e non posso farci nulla, non serve protestare.
Una volta era tutto piu’ facile nella mia scuola elementare sotto la collina in mezzo ai faggi verdi e bianchi, ma questi ricordi bucolici da casa nella prateria non mi fanno sentire meglio.
Oggi pagherei perchè tutto restasse immutato cosi com’è ora, un po’ kinder delice e un po’ caffè, perchè mi sento vagamente braccata dal tempo.
Prima di andare al corso di spagnolo mi fermo sempre in piazza Santo Stefano, mi metto a sedere al sole sul muretto del portico e guardo la gente e i palazzi per mezzore intere, sono una virtuosa della contemplazione. 
Ho raggiunto l’apice dell’amore per i piaceri banali della vita, e ho il terrore che tutto mi sfugga dalle mani senza che io riesca a rendermene conto.
Pure quando parlo con Sara al tavolino di un bar ho il dubbio che se chiudo le palpebre e le riapro potrebbe svanire, tanta è la felicità di stare li.
Chissà cosa mi è preso…
Forse è che l’età adulta incombe e io non mi sento pronta, e ho voglia solo di caffè di mezza mattina, libri di storia, balli sconnessi e waikiki rum&pera.

dell'autunno bolognese

E’ davvero carino da parte della Divinità Superiore concederci questo ottobre di sole, che sembra una specie di settembre infinito, una traslitterazione atmosferica di Another Sunny Day dei Belle&Sebastian.
Stamattina mi sono svegliata senza nulla da fare, ho camminato per il centro spiaccicando il naso sulle vetrine più belle, ho comprato una piccola Sacher da portare a mio nonno per il suo compleanno e ho preso qualche libro in SalaBorsa per le mie nottate insonni.
Le botteghe del quadrilatero erano particolarmente belle, piene di funghi castagne e cioccolata, e le gioiellerie strabordavano una ricchezza ostentata di ciondoli d’oro e brilli.
L’inizio perfetto di un autunno bolognese, insomma, e io sono di ottimo umore e faccio le cose che devo fare con grande meticolosità, persino con dedizione, e sopporto tutto eroicamente purchè ci sia la colazione con Sara al mattino, i caffè del pomeriggio con ivan, qualche telefonata con Stefano che mi racconta come va a Siena, e Claudia e gli altri a Macro.

patti smith e le stelline

pink starOrmai è lunedi’, dalle cuffiette esce la splendida The boy with the arab strap dei Belle&Sebastian e a me pare di essere una stellina sbrilluccicante in mezzo a migliaia di altre.
Da qualche giorno ho la precisa sensazione di essere felice, ma senza un motivo particolare, come se mi fossi svegliata da un coma lungo mesi.
Il ritorno alla routine universitaria più banale, qualche serata particolarmente riuscita, la voce di Patti Smith che risuona in una Piazza Maggiore stracolma, i pomeriggi di sole che fanno Bologna bellissima, e poi non so e nemmeno mi importa un perchè.
Queste giornate sanno di caffè buono e di gelatine alla frutta, non necessariamente in quest’ordine, ed è davvero buffo che io prenda vita mentre il mondo si prepara al letargo.

elisina borderline

Cerco di non mettere a fuoco le cose che ho detto a destra e manca stanotte, ma è praticamente impossibile.
Bisognava festeggiare la partenza di Stefano per Siena, ma la me stessa ubriaca è andata oltre ogni aspettativa e mi ha fatto collezionare una serie indefinita di figure scandalose, di scenette di cui vergognarsi per millenni e di frasi inspiegabili.
Ricordo che a Ca de mandorli ho ballato come una cretina per un tempo piuttosto lungo e non mi pareva mai di essere stanca o di avere sonno o altro, e sculettavo sicuramente fuori ritmo ma convintissima, senza riuscire a mettere a fuoco un bel niente ma con ammirabile equilibrio, ridendo a vuoto.
Dopo i balli cretini è pero’ venuto il peggio quando sulla scala di emergenza  ho cominciato a interloquire con i piu’ completi estranei (o per lo meno io prego lo fossero) affermando in modo perentorio che Stefano era un Ministro della Repubblica e io il suo portaborse.
Poi è tutto un nebbione di frasi e incontri con gente conosciuta, smozziconi di figure di merda e pian piano la consapevolezza che tornava e con essa l’inevitabile vergogna.
Mi sono infilata nel mio letto alle 3 e mezzo, per verificare la mia condizione ho letto alcuni stralci di una intervista verità a Jovanotti, poi ho spento la luce.
E comunque è stata una serata bellissima e molto ignorante.