Monthly Archives: July 2010

passaggio ponte

Il concerto dei Belle&Sebastian. Punto.
Potrei anche chiudere qui il discorso, ma voglio proprio straparlare.
Il nostro concerto dei Belle&Sebastian, ad Arezzo, in una notte fresca e stellata.
Tu che detti il mio nome a Stuart Murdoch, sillabando ì-el-ai-es-ei.
E fare i giochi stupidi nella piscina di un agriturismo circondato da branchi di caprette.
E amarti tipo tantissimo.

Ma poi voglio dire, ci rendiamo conto che mancano duegiorni, a quando noialtri si partirà in traghetto alla ricerca di tante tartarughe caretta-caretta, e di certe spiagge da naufragio?
Passaggio ponte è come dire moltissimi baci.

Quando qualcuno ci prende in giro dicendo che siamo sempre in viaggio, io vorrei che avesse anche solo una pallida idea di quanto noi viaggeremmo, se solo fosse possibile!
E’ tanto facile, poi, così incredibilmente semplice.
Basta partire con una macchina color caramella 52cavalli, correre a riempirsi gli occhi della luce stupefacente della Costa Azzurra, fare il pieno di amore e baci.
Ecco la felicità, la nostra felicità intendo.
Partire, svegliarci insieme in una stanza con il piumone a luglio, dividere una doccia scivolosa, fare colazione a mezzogiorno in un café sul mare, pranzare su un terrazzo di pietra che dà su una fontana, camminare per i vicoletti su cui Renoir ha strizzato gli occhi per individuare le chiazze di colore, fare l’ippopotamo in acqua per farti ridere.
Sei il mio compagno di partenze e di ritorni, e trovando te, ho trovato anche i miei viaggi.

E prima che Parigi bruci
finché è ancora tempo, mio amore
finché il cuore è sul suo ramo
in questa notte di maggio, lungo la Senna, nei depositi
ci siederemmo sui barili rossi
di fronte al fiume scuro nella notte
per salutare la chiatta dalla cabina gialla che passa
– verso il Belgio o verso l’Olanda? –
davanti alla cabina una donna
con un grembiule bianco
sorride dolcemente.

N.H.


Ho passato la notte con Jorge Amado, Teresa Batista, e le puttane di Buquìm.
Quanto mi piace quel libro, con la sua stupefacente atmosfera tropicale, e i suoi personaggi vivissimi.
Mi sono commossa fino alla lacrime per la forza e il coraggio delle donne di vita, davanti alla tremenda epidemia di vaiolo nero, mentre medici e infermiere se la danno a gambe levate.
Teresa Batista, sola con il suo squadrone di donnacce, vaccina più di cinque mila persone e salva vite; nessuno la ringrazia, nessuno la ricorda, ma a lei poco importa perchè ha già il cuore a pezzi. Tenera piccola Teresa.

Infine, saranno state le due, ho spento la luce un po’ a forza, e mi sono addormentata subito, sognando di costruire mucche di cartapesta da dipingere di bianco e nero.
Mi sono svegliata stamattina presto, ancora assonnata e bisognosa di caffé; ho gironzolato per il centro, sotto i portici invasi dal sole, e ho comprato dei piattini di ceramica a fiori che mi ricordavano tantissimo la Polonia, e un bel vaso di terracotta per la mia orchidea.

E’ sabato mattina, e sono felice.

july

E’ una bellissima mattina di luglio, calda e azzurro-chiaro.
I vetri delle finestre tremano perchè sotto casa mia è stato imbandito un cantiere super rumoroso dove si abusa del martello pneumatico, così con una mano accarezzo Polpetta per tranquillizzarla e con l’altra scrivo meccanicamente articoletti di scadente qualità.
Ho un sacco di desideri materiali: cazzate galattiche tipo i sandaletti di plastica rosa identici a quelli che avevo da piccola, l’iPhone, i wayfarer, e le inutili guide di mezza Europa. Non li realizzerò tutti, sia chiaro.
Conto quanti giorni mancano al primo accenno di ferie e mi sembrano sempre troppi, troppo tempo prima di averti tutto per me.
Mi prendi in giro perchè voglio vedere troppi posti tutti insieme, e perchè vorrei tracciare linee secche da una parte all’altra del continente, magari pure in treno. Ma si può fare! Io sono sicura che si possa fare.
Un traghetto qua, un aereo là, un vecchio bus bollente di cui lamentarmi, e zac! ci pappiamo il mondo!
Immagino di essere in una di quelle isolette là, con un minuscolo vestito bianco e un cappello di paglia, abbronzata a pezzi, l’idealtipo della viaggiatrice!
Ma bisogna far passare qualche giorno in questa afosa Bologna invasa dai cantieri, bisogna trovare il modo di far venire prestissimo questa sera, e far venire il più tardi possibile lunedì. Agire sul tempo, bisogna!
E fare meravigliosi pic nic rubati come quello dell’altro giorno, con l’insalata greca che pare di stare in Grecia, e i baci che pare di stare a Ibiza…
Fare la vacanza, insomma, come ci viene tanto bene.