Monthly Archives: September 2007

the singing butler

danzaLa luce è quella di un primo pomeriggio, e i due, io penso siano amanti, ballano ravvicinati, indifferenti, e non li tocca il vento, che pure pare essere forte, e non li tocca la pioggia.
Attorno una cameriera ed un maggiordomo cantante si affannano a coprirli, ma potrebbero benissimo non farlo perchè tanto a loro non importerebbe nulla.
Continuerebbero la loro danza, lei con i piedi scalzi e il vestito rosso da gran sera, lui in completo nero, eleganti e belli.

Come quei due ballerini immaginati da Vettriano, io oggi sono felice e indifferente a tutto il contorno.
Felice e basta, felice semplicemente.

details of the war

Senza pace, con i capelli ancora bagnati, avvolta da un flebile senso di colpa per gli impegni da rispettare che non ho rispettato, mi aggiro a piedi scalzi tra il freddo marmo del pavimento e le mattonelle del terrazzo.
Poi, anche io vittima di quella sciocca debolezza umana detta romanticismo, mi affaccio e volgo il nasino in su speranzosa di trovarci puntini luminosi dentro cui frugare in cerca di risposte.

Ma il cielo stasera è una colata di piombo a cui non si può parlare, soltanto un coperchio contro cui andare a sbattere, nessun infinito stellato a cui aspirare, nessuna immensità.

Ed è in questo strano stato, con in testa questi e ben più complicati pensieri, che ascolto Such Great Heights dei Postal Service, penso a tutte le cose che sono successe quest’anno e a quelle che succederanno, e decido che ho diritto di sentirmi strana.

In tutto questo caos, però, penso con gioia alle persone splendide che sono capitate nella mia vita e sono felice. Mi chiedo quanto durerà ancora questa specie di rivoluzione, ma è davvero soltanto una domanda e non un augurio, perchè quando i Belle & Sebastian dicevano "Colour my life with the caos of trouble…" mica sbagliavano di molto.

bella.

Underwater (You and Me)

Some songs see us sailing away
Navigating foreign borders, and climbing the waves
Someday your secret will be revealed
Either one you’re thinking of when the sun goes down into the water

We’re struck by the still of the moon
Hanging up there in the sky as though a balloon
Anchored by an astronaut’s patriot tune
We will buy the ship and fly to the land that would be rediscovered


We’ll design a clever disguise
We’ll retreat to the bottom of the sea
We were destined to live out our lives underwater, you and me

We’ll escape beneath the violet sky
Clouds come and night falls
You seem different on my mind
Upon an endless trail of moonlight
You’ll never realize that we have gone, we have gone right out of, out of sight

We’ll design a clever disguise
We’ll retreat to the bottom of the sea
We were destined to live out our lives underwater, you and me…

(Clap your hands say Yeah!)

il luogo dei luoghi

Oggi ho pranzato in deliziosa compagnia all’amatissimo caffè Masini, parlato serenamente in piazza Santo Stefano, e camminato per il centro  ridendo e sentendomi felice, senza pensieri. 
Come pure ero senza pensieri sdraiata sull’erba dei giardini, con delle oche super incazzose ad un metro di distanza, un chupa chups alla fragola in bocca, gli occhi a guardare gli aerei, e i discorsi volti al viaggio prossimo venturo.
Appena resto sola, però, mi riprende quell’assurda sensazione, la stessa della notte, la stessa del primo pomeriggio quando mi chiudo in camera e penso penso penso.

Così ho sentito il bisogno di un posto-utero, uno di quei posti che ti cullano, e ho implorato il motorino di salire su per via dell’Osservanza, fino a Villa Aldini.
Mi sono seduta sul muretto caldo, ho considerato con uno sguardo la bellezza insuperabile delle colline verde smeraldo e dei tetti color mattone là sotto, ho piazzato gli occhietti in aria, tra i pini, ho ascoltato tirando un sospiro di sollievo il fruscìo del vento e nient’altro, mi sono guardata le All star sbiadite ai piedi, ho chiuso gli occhi in direzione del sole e ho lasciato andare i pensieri dove diamine volessero.
Due ore esatte dopo, durate forse venti minuti, ho raccolto il mio casco rosa e a motore spento sono scesa verso il caos dei viali, più tranquilla, in un certo senso pacificata.

Nessun posto al mondo è come QUEL posto, nessunissimo.

E così

E così  il vento gelido di qualche giorno fa ha spazzato via le nuvole e la foschia, ha acceso su Bologna un sole brillante e un cielo terso come solo in certi momenti rarissimi e ha trasformato i miei pensieri liquidi in pensieri luminosi, il che non so dire esattamente cosa significhi ma sento che sono le parole giuste.
Ieri poi ho compiuto ventitre anni, ed è stata una giornata splendida, alcune persone sono state con me terribilmente amorevoli, e io mi sono sentita felice di tante cose e ho dormito serena per la prima volta dopo settimane di strana insonnia.
Mi sento in subbuglio, ma subbuglio con accezione positiva: ho voglia di viaggio, di tranquillità alternata a strane emozioni, e di serate come quella di ieri, così perfetta e intoccabile.
La guida dell’Irlanda, il Moleskine, e la conferma del volo Bologna-Dublino mi guardano placidi dalla scrivania a memoria di quello che ci sarà.
Il resto è allegoricamente rappresentato da un casco rosa confetto e da una bellissima copia dei Fratelli Karamazov di Dostoevskji, e forse per una volta gli oggetti dicono tante cose pur non dicendo niente.
E’  tutto più intenso del solito, come quando prendi un disegno sbiadito a matita e ripassi i contorni incerti con la china.  E con  tutto intendo TUTTO, nel bene e nel male, nella felicità e nel sovrapporsi di pensieri notturni, ma lo stesso preferisco che sia così.

the dubliners

Sono le ventitre e ventisei minuti, ho valutato attentamente la situazione e ho ritenuto necessario prendere un sonniferino, ora attendo solamente che faccia il suo magico effetto e che mi trascini lentamente nel mondo dei sogni.
Il fatto è che ho dormito tutto il pomeriggio, e si prospetterebbe una nottata di insonnia di quelle insopportabili, di quelle, per intenderci, in cui accendi la tv per sfinimento e c’è solo uno di quei terribili film muti svedesi che trasmettono a FuoriOrario.
Però non mi lamento affatto, nemmeno che domattina dovrò alzarmi presto, o che in Prefettura tutti verranno a cercarmi per risolvere problemi come se fossi sinonimo di competenza (…)

Fra una ventina di giorni ho un volo prenotato per Dublino, e questo basterebbe di per sè a farmi felice. E poi ho una insana voglia di pioggia, the fumanti, copertine calde, libri con le orecchiette a segnare le pagine.

Sento gli occhietti chiudersi, me ne rallegro, corro a mettermi a nanna stringendo Asinello..