Monthly Archives: July 2008

cullati fra i portici cosce di mamma Bologna

Io amo questa città, e la amo per un milione di motivi.

Perchè si può improvvisare un salotto sotto ad un portico, e perchè ci sono portoni aperti dentro cui si può costruire un mondo.  E la amo, anche, perchè non si offende se disegno freccette su una cartina geografica, non è gelosa se faccio la corte a tutte le altre città del mondo;

lei se ne sta qui, accogliente e materna, ancora più bella nella sua solitudine estiva, e strizzando l’occhietto mi ricorda che c’è sempre un posto in cui tornare.

febbriciattola

Uf, oggi mica mi sento tanto bene.
Credo di avere un pò di febbre, e mi fa male la testolina.
In ogni caso adesso esco, prendo il motorino, e mi faccio tutta la Santa Barbara Avenue con le cuffiette nelle orecchie a intonare qualcosa di buono. Ottima soluzione.

il lavoro debilita l'uomo

Noia, noia da diventarci pazzi. Guardo l’orologio del pc ogni dieci secondi e potrei giurare che il tempo è ormai dilatato in maniera evidentissima e si fa beffe di me. Ho guardato TUTTI i siti di viaggi, voli aerei, bus, canoe, pellegrinaggi, poesia, geografia, storia…ho provato persino a lavorare ma sembra acuire la sensazione di lentezza. Aiuto.

 

il Bianconiglio


on air:  Voxtrot- The Start of Something

Mi sono svegliata strana, ma immagino dipenda dal fatto che stanotte ho dormito dieci o undici ore, dopo settimane in cui superare le cinque è stato praticamente impossibile.
E sono giorni piuttosto belli, in cui può capitare di guardarsi il proprio film preferito sotto un cielo da cui piovono stelle cadenti, e può capitare di ascoltare Mike Patton accompagnato da un’orchestra suonare in Piazza Santo Stefano davanti ad una marea di facce contente, e può capitare PERSINO di andare a cavallo immersi tra le colline verdi, e di mangiare con il venticello in faccia scrutando a chilometri di distanza un trattore tracciare linee perfette sul verde intenso di qualcosa.
Mi sento, è ciò è stupefacente, come Alice che insegue il Bianconiglio: non c’è una meta, apparentemente, ed è di una importanza vitale ogni singolo incontro sulla strada, ogni piccola lezione di vita, che sia il Brucaliffo, il Cappellaio Matto o la Regina di Cuori.

Ho voglia di tutto, ecco.

il lavoro debilita l'uomo

Le premesse per dormire benissimo c’erano tutte, e invece ho dormito male con la cagnetta che invadeva il letto incurante dei miei ripetuti calci, e inoltre ho sognato Mike Patton.
Ora, giustamente, sono sfinita, la giornata è appena iniziata e fino alle 20 non avrò un secondo per respirare.
Vorrei ricacciarmi a letto, e starci fino a domani. O magari anche solo fino a stasera, che è meglio.
Ho sonno, ma proprio SONNO, e credo che oggi mi addormenterò in piedi nel bel mezzo di una disquisizione fondamentale sulla vestibilità di questo o quell’altro dannatissimo vestitino per una dannatissima festicciola dei 18 anni in una qualche dannatissima villa con piscina.

Voglio dormire, e avrei anche una certa idea di come e dove.

del rafting e in generale delle cose nuove

Bevi latte tiepido che non ti sembra di aver mai desiderato altro, poi lavoro, lavoro, lavoro, e tra le altre cose fai anche rafting (sì sì proprio rafting).
Perchè la tutina in neoprene ti dà un’aria quasi sportiva, e alla fine del torrente ti vengono in mente una marea di cose avventurose che hai improvvisamente e misteriosamente una gran voglia di fare.
Leggi Simenon, e Simenon è un gran bel leggere.
E percorri la tratta via Irnerio-Piazza Santo Stefano in meno di cinque minuti.
E puoi quasi giurare che il signore dei Krapfen ti abbia sorriso, l’altra notte.
E insomma, a parte tutto, avendo il buon gusto di fare le cosine senza fretta e a modo…

modus operandi

In questi giorni scriverei spesso e pochissimo. Pochissimo a livello quantitativo, cioè tipo 4-5 righe e basta, come un breviario. Forse è che non ho più tempo per fare niente, ma un sacco di pensieri, o forse è semplicemente un periodo così, da frasi sintetiche.
E comunque il modus operandi delle mie giornate è attualmente questo: 
mi alzo verso le otto e mezzo, le nove al massimo, bevo un bicchiere di latte e mangio la brioche che qualcuno molto dolcemente mi compra tutte le mattine.  Mi vesto, bacio la cagnetta brutta, vado in piazza col motorino e con qualche difficoltà lo parcheggio.
Fatto tutto ciò sono le nove e tre quarti circa, e ho quasi un’ora tutta per me prima del lavoro.

Di solito vado a leggermi il giornale in uno dei miei bar preferiti, e mio malgrado ho abolito quello in Santo Stefano perchè è troppo vicino al negozio e mi sono accorta che finivo sempre per essere disturbata da qualcuno.
Se c’è una cosa al mondo che detesto è ritagliare un momento tutto per me, e ritrovarmelo invaso, quindi da brava stronzetta asociale ultimamente prendo il caffè nelle stradine del Ghetto dove gli incontri sono quasi azzerati.

A volte vado ad incollare la faccetta alla vetrina della bottega ebraica di stampe, a volte mi perdo tra gli scaffali di Feltrinelli e rischio di fare tardissimo. In ogni caso per il resto della giornata faccio la brava e cerco di imparare più cose possibili del piccolo mondo della piazza.

E dovrei scrivere la tesi, lo so, grazie.

sonata

Non ho capito, ancora, se sono una bambina che gioca a fare la mezza adulta, o una mezza adulta che gioca a fare la bambina.
Non so mettere radici, ma a volte lo desidero così tanto, e mi accorgo che a tutti gli altri riesce facilmente, come fosse una cosa assolutamente naturale, mentre a me pare incredibilmente complicato.

Io credo che sia come toccare i tasti giusti di un pianoforte.

guckaugen eye

Da brava lavori nel tuo negozio preferito in piazza Santo Stefano.
La mattina parcheggi apposta il motorino un pò lontano per attraversarla tutta e vedere quanto è bella alle dieci e un quarto, quando è tutto un brulicare di attività.
Hai iniziato a riconoscere per nome la gente che lavora qui, il barbiere è seduto e legge il giornale in attesa di qualche cliente, due frati parlano fra loro sul sagrato,  il proprietario del Wine Bar apre il locale, la signora del negozio di abbigliamento affianco annaffia anche i vostri vasi di fiori.
Dei ragazzi stanno seduti sul muretto che ritieni essere un pò tuo, e guardano il passaggio di persone come mille volte lo hai guardato anche tu.

Per il resto piccoli e bellissimi giochi di legno sono il riassunto di queste giornate.